Sant’Emidio a Gubbio

Gubbio

Gubbio in una mappa di metà Seicento

Senza titolo

Il monastero di San Pietro

E’ verso la fine del terzo decennio del Settecento che si possono individuare le prime tracce di una devozione per sant’Emidio a Gubbio, una delle principali città dell’Umbria.  Fin dal 1729, infatti, è documentata, presso il locale monastero olivetano di San Pietro, la pratica della celebrazione annuale della festa del santo “per la di cui protezione la […] Città d’Ascoli è stata sempre libera dalle disgrazie de’ terremoti […] con dichiarare ancora il medesimo santo Protettore di questo Monastero”.  La considerazione di cui sant’Emidio godeva presso gli olivetani di Gubbio è attestata dalla presenza nella chiesa del monastero  di un  bel dipinto settecentesco (forse di ambiente romano) che rappresenta il santo vestito di una pianeta dal luminoso color giallo-oro. L’immagine adorna una delle pareti laterali della cappella dedicata a sant’Ubaldo, patrono di Gubbio: questa collocazione in S_Emidio_Gubbio posizione subordinata, rispetto all’immagine del santo titolare della cappella, suggerisce la possibilità che il dipinto sia stato realizzato dopo la nomina di sant’Emidio a compatrono di Gubbio.
La decisione di schierare la comunità eugubina tra i devoti di sant’Emidio “miracolosissimo sopra i terremoti”  fu presa in seguito al terremoto del 24 aprile 1741, localizzato nel Fabrianese ma che causò discreti danni anche a Gubbio.
A formulare la proposta di eleggere sant’Emidio tra i compatroni della città, in ausilio al protettore principale sant’Ubaldo, fu –  il 6 maggio 1741 –  nientemeno che il Gonfaloniere (il capo del governo municipale di Gubbio), che la motivò con la considerazione “che la divina onnipotenza preserva dall’orribil flagello del terremoto quelle città, che hanno la bella sorte di stare sotto la gloriosa protezzione del gran vescovo Sant’Emidio”. L’elezione di sant’Emidio a patrono minus principalis della città di Gubbio avvenne all’unanimità e per acclamazione “e subito d’ordine dell’illustrissimo magistrato furono fatti dare i segni d’allegrezza col suono delle trombe, e delle campane”.

(a cura di E.A. Sannipoli e V. Castelli)

Nota bene.
Le trascrizioni dei documenti originali sull’elezione di sant’Emidio a compatrono di Gubbio nel 1741 provengono dall’ebook Il flagello dei terremoti a Gubbio. Due casi esemplari di E.A. Sannipoli (scaricabile qui).

Questa voce è stata pubblicata in Iconografia emidiana, In primo piano, Storia del culto, Umbria e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.