Il santo patrono di una comunità è quello che la protegge da qualsiasi pericolo possa minacciarla: guerra, malattie, fenomeni naturali e così via. Spesso il patrono è un santo locale, il cui culto è limitato al territorio di competenza e sconosciuto o pressappoco al di fuori di esso.
Il caso di sant’Emidio rientra a pieno titolo in questa categoria. Per secoli la devozione per questo santo è rimasta circoscritta al territorio della diocesi di Ascoli Piceno (di cui è patrono) e alla devozione privata di quanti, pur essendo originari di questo territorio, si si trovavano a risiedere altrove, per periodi più o meno lunghi.
In altre parole, insomma, per molti secoli solo gli abitanti della città e diocesi di Ascoli hanno rivolto le loro preghiere a sant’Emidio invocandone la protezione in ogni genere di circostanze (magari anche in caso di terremoti) ma senza attribuirgli alcuna specifica competenza in materia sismica. Nel 1703, però, è successo qualcosa di nuovo…
Ripetiamolo a chiare lettere: prima del 1703 non c’è traccia di uno specifico culto tributato a sant’Emidio in qualità di protettore contro i terremoti.