La Descrizione storica delle chiese di Malta e Gozo di Alberto Ferres (1866) segnala dipinti raffiguranti sant’Emidio in due chiese della Valletta, la capitale della Repubblica di Malta.
Nella chiesa collegiata di San Paolo Naufrago (St. Paul’s Shipwreck), il quadro raffigurante il vescovo ascolano è opera di Giuseppe Pace, artista minore maltese del Settecento, e si trova in una posizione di rilievo, a fianco dell’altar maggiore.
Si deve invece al maggior pittore attivo a Malta nel Settecento – il francese Antoine Favray (1709-1798) – il «piccolo dipinto di forma ellittica» raffigurante sant’Emidio conservato nel coro della chiesa di San Nicola o delle Anime del Purgatorio (St. Nicholas/All Souls).
Finora non sono state rintracciate informazioni certe sui terremoti a seguito dei quali i dipinti furono collocati nelle due chiese. La chiesa collegiata di San Paolo Naufrago fu distrutta dal terremoto siciliano dell’11 gennaio 1693, ricostruita e di nuovo danneggiata dal terremoto ionico del 20 febbraio 1743 (Abela e Ciantar, 1780). Ad affermare la fama del santo può aver contributo anche lo scalpore suscitato dai forti terremoti calabresi del febbraio-marzo 1783, che devastarono alcune proprietà italiane dei Cavalieri di Malta. L’effettiva diffusione del culto nell’isola è attestata dall’onomastica: il nome Emidio compare a Malta dalla seconda metà del Settecento (E. Santilli, medico nel 1813; E. Critien, orafo e argentiere alla Valletta tra il 1820 e il 1850; E. Tabona, notabile locale nel 1858; E. Cremona ed E. Micallef, marinai della Royal Navy ai primi del Novecento) ed è tuttora in uso.