E’ il 18 marzo 2013. Nelle prime ore di oggi molti abitanti di Siena e del territorio a sud-est della città del Palio sono stati svegliati di soprassalto da una scossa di terremoto. L’evento (fortunatamente dalla magnitudo piuttosto moderata) è stato localizzato nell’area delle Crete senesi. L’occasione è buona per ricordare che anche la struggente bellezza di quest’angolo d’Italia è soggetta al rischio sismico e va pertanto difesa e conservata con tutti i mezzi e le conoscenze che abbiamo a disposizione e che non sono pochi, del resto.
La storia sismica delle Crete senesi è in corso di paziente ricostruzione grazie a ricerche avviate da una dozzina di anni a questa parte. Il periodo di maggiore attività sismica a livello locale si situa tra il Quattrocento e il Settecento, quando le Crete furono colpite da diversi terremoti ben più forti di quello odierno e che causarono danni significativi (1449, 1679, 1726, 1781, 1798, 1802). L’ultimo terremoto locale di un certo rilievo risale al 1947.

Monte Oliveto Maggiore
Nella città di Siena la presenza della devozione emidiana è attestata fin dal 1756. Nella provincia senese, invece, le prime tracce del culto emergono a seguito di un terremoto avvenuto alla fine del Settecento, il cui evento principale (3 gennaio 1781) danneggiò l’antica abbazia di Monte Oliveto Maggiore e diversi siti della val d’Orcia e della val d’Asso. Vanno messe in relazione con questo episodio le due tracce di devozione emidiana finora individuate nell’area delle Crete senesi. Una stampa raffigurante sant’Emidio ci è segnalata all’interno della clausura (cioè dei locali non accessibili ai laici) dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Un dipinto di analogo soggetto si trova nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo a Monterongriffoli (frazione di San Giovanni d’Asso), località in cui la festa del santo patrono di Ascoli è celebrata ogni anno, la quarta domenica di agosto.
Bibliografia