Poco più di quattro mesi fa, alle 9 di mattina del 25 gennaio 2012, la Rete Sismica Nazionale dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) registrava un terremoto che, data la sua discreta profondità ipocentrale (33.2 km), è stato avvertito in una vasta area dell’Italia centro settentrionale. Il terremoto di cui parliamo ha avuto origine a mezza strada tra due località che – per quanto se ne sa attualmente – segnano il limite estremo raggiunto dalla devozione per sant’Emidio in Emilia Romagna: Correggio (RE), che è stata oggetto di un recentissimo post, e Fidenza (PR).

S. Donnino
Fidenza (fino al 1927 Borgo San Donnino) è una città di circa 25.000 abitanti che ha diversi punti in comune con Ascoli Piceno: un passato romano, un santo patrono (san Donnino, si capisce) martirizzato in circostanze analoghe a quelle di sant’Emidio, un magnifico duomo romanico decorato di curiose sculture, una decorazione al valor civile per fatti dell’ultimo conflitto mondiale.
A quelle citate sopra si può ora aggiungere un’altra analogia: la presenza – almeno in passato – della devozione per sant’Emidio, di cui abbiamo trovato traccia in una pubblicazione del 1857. Fu appunto in quell’anno che la tipografia Verderi di Borgo San Donnino (storica ditta locale attiva almeno fino ai primi del Novecento) pubblicò un Compendio della vita di S. Emidio martire, protettore de’ suoi devoti contro il flagello del terremoto, di autore anonimo.
L’esistenza di questo rarissimo opuscolo (ne abbiamo rintracciato una sola copia, presso la Biblioteca Palatina di Parma) fa intuire che nel 1857 il tema del terremoto era improvvisamente divenuto attuale per la comunità di Borgo San Donnino-Fidenza. In effetti il 1 febbraio 1857 l’area parmense fu sede di un terremoto che causò pochi danni a Parma e Reggio ma venne avvertito in un’area abbastanza vasta (e tra l’altro anche a Borgo San Donnino-Fidenza); nel marzo successivo, inoltre, si ha notizia di altri terremoti, localizzati nel nord-est dell’Italia e nell’attuale Slovenia, che potrebbero anch’essi essere stati avvertiti nella pianura padana contribuendo a stimolare l’interesse per un santo considerato particolarmente efficace in caso di sisma.
Per quanto abbiamo potuto appurare, la comunità fidentina di oggi non conserva più alcun ricordo del suo antico e breve incontro con sant’Emidio. Siamo comunque lieti di aver saputo che i terremoti in corso nella pianura padana non hanno causato alcun danno a Fidenza, eccezion fatta per l’antica chiesa di San Michele Arcangelo (peraltro già in condizioni precarie a seguito di bombardamenti del 1944) che è stata dichiarata inagibile a titolo precauzionale e in attesa di ulteriori controlli.
Ringraziamo il signor Ambrogio Ponzi di Fidenza per le informazioni sulla situazione odierna a Fidenza e per averci permesso di usare alcune immagini tratte dai blog e siti web di cui è unico proprietario: