Dal capitolo XXVI e ultimo della Vita di sant’Emidio di Paolo Antonio Appiani SJ (edizione di Roma, 1702).
«Esercizio d’atti divoti in onore di sant’Emidio:
III. Terrete in camera, o in sala l’effigie di sant’Emidio, con farla o tirare in carta, o pingere in tavola, e con portare altresì pendente dal collo una delle monete nostre correnti dov’è l’impronto [sic] del santo.

